Il caso della strage di Erba ha ancora una questione da risolvere relativa ad un processo a Rosa Bazzi per diffamazione.
Un caso senza fine quello della strage di Erba che vede condannati all’ergastolo, in via definitiva, Rosa Bazzi e Olindo Romano. I due sono stati accusati e ritenuti colpevoli dell’uccisione, nel 2006, del bambino di due anni Youssef Marzouk, di sua madre Raffaella Castagna, di sua nonna Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, nonché per il tentato omicidio di Mario Frigerio. La vicenda, però, ha ancora una questione da definire e riguarda un’accusa di diffamazione per la Bazzi.
Strage di Erba, il processo per diffamazione a Rosa Bazzi
La vicenda era venuta a galla già a settembre quando era iniziato il processo, a Como, per diffamazione per Rosa Bazzi insieme al giornalista de Le Iene Antonino Monteleone e all’autore del programma Mediaset Marco Occhipinti. In tale procedimento Pietro Castagna, fratello di Raffaella e figlio di Paola Galli, morti nell’eccidio del dicembre 2006 insieme con il piccolo Youssef e la vicina di casa Valeria Cherubini, si era dichiarato parte lesa.
La questione riguarda alcune parole della Bazzi andate in onda in una puntata del 2019 della trasmissione Le Iene in cui la donna si era dichiarata innocente rispetto alle accuse di omicidio e in cui aveva puntato il dito contro la famiglia Castagna.
Le parole della Bazzi
Sulla vicenda, Pietro Castagna, al podcast ‘Anime Nere’ del quotidiano La Provincia di Como, aveva spiegato il motivo della causa per diffamazione alla Bazzi e ai due protagonisti de Le Iene: “Fu permesso alla signora Rosa di dire, live su Italia 1, che voleva sedersi a un tavolo con me e guardarmi negli occhi e capire chi tra me e lei era il vero assassino. Invito chiunque a pensare di essere seduto sul divano davanti alla televisione e sentire l’assassina dei tuoi cari cui viene permesso di dire una frase del genere”.
Il processo, aperto in tribunale a Como, con un’istanza relativa alla competenza territoriale, è stato poi rinviato a novembre. Il caso della strage di Erba, quindi, ha ancora un capitolo da chiudere.